Non sò cosa sia questa vita forse come dice il mio amico Angelo ... è tutta una follia ...

Appunti di viaggio (FOTOGRAFIA) 118

FOTOGRAFIA
poemia la fotografia della vita

Vorrei tornare a quella foto 
e registrami di nuovo l'ora 
ma in un campo senza tempo
in un mondo che non sbiadisca
in una cerulea luce che non accechi 
e che m'accudisca all'ombra di una quercia
al tenero palpitar innamorato del mio cuore
ed a tutto ciò che in esso è dolcemente contenuto.
                                                                                     Marilena


Fotografia
non lasciarmi qui da sola
appesa alla tua camera oscura
quale invenzione sei
che scorgi l'anima e la rabbui
come brezza recidi gli anni verdi
gli angoli ormai impagliati
e sensibili al filo argenteo
alla collosa lacca sui capelli
che non volano più a quel vento?

Fotografia
non privarmi del tuo ricordo
del bitume sciolto in strada
della punta consumata 
di una scarpa che ha ceduto
del profumo che più non sento
del vagito che svanisce
nell'emulsione di latte
fissato all'anno zero
e di cui io ebbi inizio
adagiata su di un letto
al nudo nascere riflesso 
per contrasto un sorriso
senza pensieri al pianto
ed ora, come allora
affamata senza denti.


Fotografia
la distanza non accorcia
il piacere di quell'istante
e non metto più a fuoco 
il pavimento della stanza
che all'origine del tempo
respiravo a quattro zampe
ora ritocco di un ricordo
che sgrana gli anni rimasti
e che diventano rosario.

Tardivamente arrivi
ad asciugarmi lacrime
che si tingono di grigio
al negativo sovraesposto
dell'opaco dei miei occhi
nel cumulo di sale e ozio
ad un velo di malinconia
come perenne accessorio
m'accompagna urtandomi
nella lentezza dei miei passi
otturandomi gli orecchi
al cigolìo di un girello
dove lento è il movimento
e la posa viene mossa
per le braccia tremolanti
e per darmi l'illusione
che il tempo non passi
ma è la piccola pupilla 
che non è più la stessa.


Fotografia
fammi attorno ricognizione
fai un reale ingrandimento
donami quell'ossigeno perduto
nell'antico amore del tuo obiettivo
e ravvivami quell'emozione
 riportandomi a quell'incrocio 
a quel grande monumento
dove mi hai immortalato
raffinata goccia di un deserto
nello specchio di un laghetto
alla sorgente di un ruscello
sulla cima del ghiacciaio
su due ruote, su di un autobus
nella funivia sul davanzale
e aggrappata ad una cima
di una barca in mezzo al mare.

Restituiscimi a quell'azzurro
a volar come un gabbiano
al sonar di due delfini affiatati
in quella rotazione della terra
che la scienza non comprende
e l'espressione del mio sorriso
non diventi vuota caverna
e risaltami quel tepore umano
che va oltre l'abbandono delle budella
dove brilla l'autoscatto della vita
che la vecchiaia sia solo suggestione
che il dolore non sia più potere
il cinguettìo una radioregistrazione
e che non sia una persuasione
far di te mia piccola fotografia
una indebolita compagnia 
alla mia fievole immaginazione.


Fotografia
accettami così come sono
nel confusione della mia demenza 
come sublime ultima forma d'arte 
e non meno o più importante 
di una nota musicale muta
di un foglio di carta sgualcito
di un cassetto disordinato 
zeppo di tappi di sughero
e di chiavi che non aprono
e non sò a chi appartengono
non farmi pubblicità didattica 
non stamparmi senza senso 
nessuna immagine è da capire
né straordinarietà del divenire
solo tanti sipari da chiudere 
perché sul proscenio della vita
di silenzio e polvere avanzata
c'è una foto che non ha una data  
si, forse sono io, non mi sembra 
anche se non sono più la stessa
ora, non ha più importanza. 



28 Agosto 2015
Copyright marilena.capitanio@gmail.com