Non sò cosa sia questa vita forse come dice il mio amico Angelo ... è tutta una follia ...

Appunti di Viaggio 48 (Ottone e Diamante)


OTTONE E DIAMANTE
(poemia)


Giorni ancora immersi con un peso sulle tempie
fatto di appelli strozzati nel brusio quotidiano
una lacrima é vecchia congiunzione astrale
reitera nuovamente come un volo di gabbiano.

Decine di pigre parole hanno su di me un tono petulante
ho il bagliore negli occhi ma il pensiero è inerme
traggo un oscuro giovamento a bordo di un falso aliante
e respiro affannosamente le coccole che ho nella mente.

Desolata e frettolosa raccolgo una minuscola perlina
mi mostro a te ammonita, incurante del tuo buonsenso
ma stanca mi distendo e insonne, con le palpebre assopite
opprimo ogni mio insolente desiderio, crudo e prepotente.

Nel mio trambusto febbrile giunge molesta una perla
inciampa come un germoglio sul mio fresco lenzuolo
la sua coraggiosa, secolare divinità giunge adesso
ad adornare l’indecifrabile pelle e tutto gli è concesso.

Cerco ancora una aritmetica carezza che corre a perdifiato
io volo, mi frantumo, oscillo sempre, ad intervallo regolare
come una mano a passatempo che accarezza una conchiglia
che si consuma con riservata etica, come una vecchia biglia.

Quella tua lunga assenza, quella tua negligente presenza
fatta di arpioni di zucchero e di industriosa intelligenza
mira al mio orgoglio e trova ancora il mio antico sudario
che scandisce i giorni e le ore su di un imposto calendario.

Tra i miei capelli intrecciati, eccessivamente generosi
addolciti da una ghirlanda sulla mia fronte scettica…
che sciocca, anche oggi, come falsa è una reputazione
ancora una volta, mi lascio addolcire da una tua canzone.


27 Ottobre 2010
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Appunti di Viaggio 47 (Safari)

Investita da una luce saturnina e clericale
che ammiraglia decreta i tuoi oscuri lineamenti
tracciai nel sogno un pallido e timido labiale.

Cantavi dal giardino d'autunno in sottotono
nella penombra, adornato di minuscoli pendagli
sorretti come lacrime, su quel tuo morbido profilo.

Mia vergogna e rossore, color della ciliegia,
mi offrivo generosa alle tue ansiose labbra
calde, inesplorate e dal sapore di gelso.

Come un vecchio cercatore d'oro e di diamanti,
predavi la purezza e, regale come in un safari,
mi adornavi di amor per farmi a te dolcezza.

Teneramente finivi all'alba per ignorare me..
e come un tenore fedele al suo poetico sonetto
scorrevo in estasi, su di te, liscia come la seta.