Non sò cosa sia questa vita forse come dice il mio amico Angelo ... è tutta una follia ...

Appunti di Viaggio 104 (SE L'OCCHIO NON VEDE)


Sono sveglia quando dici non importa
é un grido secolare che mi fubambola
disattende ogni dolorosa aspettativa
non arretra, perdona e non inganna
raccolgo una foglia che si increspa
caduta un poco a sfiorir di sua bellezza
si accartoccia come brulla sofferenza
deterge il mio cuore senza intervallo.
Non devo per un gesto dar fuor di matto
se non fosse che mi sento un pò fraintesa
per sentirsi donna non giova l'emulazione
basta esserlo, e dire stop alla contesa.
Non scansare a lungo mantovane
sulla impervie vie della coniugazione
non puoi pretendere di ottenere un bacio
fai un passo avanti e trovi la spiegazione.
Un sentimento deve crescere e imparare
e quando occorre cedere il passo all'avversario
anche quando sai che potresti farti male
e non perché ricordi solo il suo anniversario.
Per quanto tu ora, e tu possa qui ancora
render soave una tua ultima carezza
non sarà mai paragonabile all'attesa
di desiderarla come una mia certezza.
La donna non può a te sentirsi uguale
e nè tale e quale a mille altre disuguali
se non conquisti un armadio di rispetto
nella sua grande indecifrabile bellezza.
E se ritieni di non doverla più difendere
o per amore non doverla più aspettare
pensa a quanto ha girato per il mondo
per farsi a te dono, piacere di creare
un'attimo di pace che ora in te si spegne.
E se ti aspetti di trovar qui delle parole
che ti regalino solo un piccolo sorriso
pensa al suo cuore fervido e leale
e da innamorato dovresti acconsentire
a farti uomo in un immenso bacio.
Fatti amore, sapore e prenditene cura
la vita non si spende senza intralci
metti da parte la tua solita paura
e con gli occhi regalami i tuoi abbracci.

Perché tu, dimmi cosa vedi ?


31 Luglio 2015
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Appunti di Viaggio 103 (LE SPINE DI APE')


LE SPINE DI EUTONIA 

Promoter
Pubblicazione del II° volume Ciò che Caino non Sà
dall'omonimo gruppo Facebook
a cura dell'autrice e poetessa: Maria Teresa Infante

Anticipzione
Eutonia della Julia...  Nessuno sapeva come mai il vecchio Reverendo l’avesse battezzata con quello strano nome. Alle prime domande della piccola, il nonno le diceva che era nata come un dolce tuono di primavera e che l’eco del suo nome arrivava fin giù allo spiazzo del castagno, anche se poi, crescendo, tutti finirono per chiamarla Apé, diminutivo di apétala. Questo nomignolo le era stato dato dal padre Filippo perché, sin da piccola, aveva un’irrefrenabile abitudine di rendere nudo ogni fiore che incontrava. Filippo de La Coruña, così lo chiamavano, era un vaccaro catalano che aveva trovato ospitalità in un vecchio casone di pietra, due vani in tutto con annessa stalla, resosi libero alla fine della guerra con gli austriaci. Apé era una bimba solare e decisamente intraprendente. Già all’età di sei anni saliva, in solitaria, l’ombroso vallone costeggiando un profondo dirupo per un sentiero di terriccio scivoloso, poco più largo di mezzo metro. Lo conosceva così bene che riusciva a percorrerlo anche all’indietro e ad occhi chiusi,.... (continua)....

26 Luglio 2015
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Appunti di Viaggio 102 ( For Etty)


ETTY ILLESUM

Middelburg, 15 gennaio 1914
Auschwitz 30 novembre 1943


Etty, nasce da padre Levi (Louis) 25 maggio del 1880, professore di lingue classiche e da madre Rebecca Bernstein, Russia 23 giugno 1881 giunta ad Amsterdam nel 1907. Prima figlia di altri due fratelli, Michael (Micsha) del 1920 e Jacob,(Japp) del 1916. Etty Ellison passò l'adolescenza a Denveter e si laureò in giurisprudenza ad Amsterdam, ultima città dove abitò al numero 6 della Gabriel Metsustraat, con le finestre che davano su una delle piazze principali. Si iscrisse anche alla facoltà di Lingue Slave, ma a causa della guerra dovette interrompere i suoi studi. Concluse invece il percorso di Lingua e Letteratura russa, ed impartì lezioni di russo all'Università popolare di Amsterdam. All'inizio della guerra si interessò di psicologia junghiana grazie all'incontro con Julius Spier, che conobbe 1941 come paziente, divenendo poi sua segretaria e una delle amiche più intime. Nel 1942 lavorando come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico, ebbe anche la possibilità di salvarsi, ma decise, forte delle sue convinzioni umane e religiose, di condividere la sorte del suo popolo. Lavorò nel campo di transito di Westerbork come assistente sociale dove venne internata anche tutta la sua famiglia prima di essere deportata (ad esclusione del fratello Japp) nel campo di sterminio di Auschwitz, dove morirono poco dopo l'arrivo nel 1943. Il fratello Jaap, perse invece la vita a Lubben in Germania dopo la liberazione, il 17 aprile 1945, durante il viaggio di ritorno in Olanda. 
Il Diario fu scritto ad Amsterdam tra il 1941 e il 1943, probabilmente su indicazione di Julius Spier con il quale ebbe un forte legame. Il libro è un dettagliato resoconto degli ultimi due anni della sua vita e venne pubblicato nel 1981. (Biografia from Wikipedia)

24 luglio 2015

Omaggio a Etty 

Ogni volta che guardo i tuoi occhi
così grandi
mi sale un nodo in gola
e mi lacero dentro di amarezza
la saliva si fa densa
soffio via quella polvere dai tuoi versi
che ti hanno accompagnato 
e restituito ad un'altra vita
 piango dove tu riposi ora
perché questi cieli Etty 
non hanno superato l'odio
ora che tu sei lì, vicino a quel tuo Dio profondo
in quel tuo prossimo che non ha più razza
avvolgi col manto di una carezza questa infelicità
proprio tu, che trovavi così bella la vita
in quel pezzetto di eternità che qui non hai vissuto
ora così, puoi continuare pagine e pagine
a lodare quella parola che tuttavia chiamavi amore
a creare volumi di buona eternità
se non è chiedere troppo alla tua notte
dicevi che "la vita è difficile ma non è grave"
non darai più fastidio con le tue paure
 per essere stata un ebrea su questa terra 
dove sei ora c'e' un unica certezza
il bene che hai donato è un ripasso all'altra gente
non hai risparmiato il tuo corpo dalla prigionia
tu che cercavi solo due parole 
in una terra troppo loquace
chissà se le hai trovate
chissà se hai trovato quel tuo rifugio
mentre io, ora, mi sento 
completamente
svuotata
di malinconia.

24 Luglio 2015
@blogspot.it  - marilena.capitanio@gmail.com
Foto by Web to Etty Illesum

Appunti di Viaggio 101 (IL VELO)



Sei nata per volere delle tenebre
da carne che ha desiderato vera luce
nutrita con l'amaro latte della vita
svezzata con la farina ancora cruda
braccia che si annodano alla dinamite
nessuno che ti abbia mai aiutato a capire
un gesto di cui oggi hai così paura
una lacrima che non puoi più tradire
se tu fossi un angelo neutrale
e pensassi alla natura del tuo grembo
non avresti più tutta quella fretta
di morire in nome di una guerra.

Sapessi io tenderti quella mano
e allontanarti dall'idea di quel fuoco
non esiterei un solo istante ancora
per stringerti a me almeno un poco
nessuna bocca, nel nome di chiunque
può afferrar le stelle che hai nel cuore
siamo le vertebre del mondo
reggiamo i pilastri dell'amore.... ed ora
lasciati andar al tepore di una carezza
su quel volto che hai inteso conservare
dietro un velo buio che non si apprezza
dietro uno sguardo cos'altro vuoi celare?

Se solo tu capissi lontana amica mia...
che per un idea non si può dar via la vita
non esiste donna che non ceda alla sconfitta
se il muro è troppo alto non è che una partita
prova, metti a punto prova ad andare a capo
la morte non scherza, non tirarlo questo dado
se solo si potesse regalarti un solo bacio
e dirti chiaro che niente è poi così malvagio
tutto può essere tutto, niente o solo un'opinione
ho solo buoni motivi per difenderti dall'orrore
e per chi ti dice no, è un disonore o mi dispiace
non puoi andar via per questo e diventare brace
perché tu sei mia figlia o solo un nostro figlio
un anello un prezioso appello di pace universale.

Cooyright ~ marilena.capitanio@blogspot.it

16 Luglio 2015

Appunti di Viaggio 100 (LE MANI)


Quando le mani
che hanno sudato l'indifferenza
saranno giunte a desiderare l'oblio
il cuore si spegnerà
in una coltre di silenzi.

Non avranno di che pentirsi le mani
che hanno frazionato il pane
che hanno frantumato la terra
che hanno lavato il sangue
che hanno potato la guerra.

Qualcuno le ricorderà per il dolore che hanno spalato
qualcun'altro per la forza che hanno coltivato
pochi per i battesimi che hanno regalato
nessuno per quanto hanno pregato.

Non occorre contar le rughe delle mani
non occorre biasimare l'accaduto
premiare con la fede l'anulare
ricordare la madre che hanno perduto.

Le mani son figlie della vita
contano le lune per la semina
tumulano il dolore che svanisce
sotto la caparbietà dell'umana miseria.

Tengo strette a me queste mani
che hanno trascritto il disumano sapere
ringrazio per avermi fatto un dono
il non rinnegar la storia
e non dimenticare il perdono.

Val la pena voltarsi un pò all'indietro
per ritrovare la tangente dei valori
ridisegnare l'avvilito cammino
sulle ginocchia del vero amore.

15 Luglio 2015
copyright@ marilena.capitanio@gmail.com