Son flotte di destini magri
vulnerabili odori alle narici
passati penosi ed ininfluenti
per lavorar terre così amare.
Orde di stranieri prede umane
naufraghi feriti dal mimetismo
teatro di un docile silenzio
piegati al volere del caporale.
E' un altro girone dell'inferno
coincide con i calli delle mani
nomi difficili da pronunciare
lucrati per chissà quale domani.
Son lo scherno un cuore muto
un metro quadro di terra brulla
tesi come elastici per chilometri
stracci bagnati attorno alla nuca.
Limitati a sudar poche misure
con pane su bilance del niente
tra afa e sparpagliate cassette
restano invisibili all'altra gente.
Ma il riposo.. al calare della sera
riaccende quella nuvola lontana
tra il blu oltremar del terso cielo
osanna dell'ultimo.. dolce pensare.
30 Aprile 2014 - marilena.capitanio@gmail.com
Dedicata all'amico Dr. Guerino Trivisonno
(nonché autore della fotografia allegata)
(nonché autore della fotografia allegata)