ETTY ILLESUM
Middelburg, 15 gennaio 1914
Auschwitz 30 novembre 1943
Etty, nasce da padre Levi (Louis) 25 maggio del 1880, professore di lingue classiche e da madre Rebecca Bernstein, Russia 23 giugno 1881 giunta ad Amsterdam nel 1907. Prima figlia di altri due fratelli, Michael (Micsha) del 1920 e Jacob,(Japp) del 1916. Etty Ellison passò l'adolescenza a Denveter e si laureò in giurisprudenza ad Amsterdam, ultima città dove abitò al numero 6 della Gabriel Metsustraat, con le finestre che davano su una delle piazze principali. Si iscrisse anche alla facoltà di Lingue Slave, ma a causa della guerra dovette interrompere i suoi studi. Concluse invece il percorso di Lingua e Letteratura russa, ed impartì lezioni di russo all'Università popolare di Amsterdam. All'inizio della guerra si interessò di psicologia junghiana grazie all'incontro con Julius Spier, che conobbe 1941 come paziente, divenendo poi sua segretaria e una delle amiche più intime. Nel 1942 lavorando come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico, ebbe anche la possibilità di salvarsi, ma decise, forte delle sue convinzioni umane e religiose, di condividere la sorte del suo popolo. Lavorò nel campo di transito di Westerbork come assistente sociale dove venne internata anche tutta la sua famiglia prima di essere deportata (ad esclusione del fratello Japp) nel campo di sterminio di Auschwitz, dove morirono poco dopo l'arrivo nel 1943. Il fratello Jaap, perse invece la vita a Lubben in Germania dopo la liberazione, il 17 aprile 1945, durante il viaggio di ritorno in Olanda.
24 luglio 2015
Omaggio a Etty
Ogni volta che guardo i tuoi occhi
così grandi
mi sale un nodo in gola
e mi lacero dentro di amarezza
la saliva si fa densa
soffio via quella polvere dai tuoi versi
che ti hanno accompagnato
e restituito ad un'altra vita
piango dove tu riposi ora
perché questi cieli Etty
non hanno superato l'odio
ora che tu sei lì, vicino a quel tuo Dio profondo
in quel tuo prossimo che non ha più razza
avvolgi col manto di una carezza questa infelicità
proprio tu, che trovavi così bella la vita
in quel pezzetto di eternità che qui non hai vissuto
ora così, puoi continuare pagine e pagine
a lodare quella parola che tuttavia chiamavi amore
a creare volumi di buona eternità
se non è chiedere troppo alla tua notte
dicevi che "la vita è difficile ma non è grave"
non darai più fastidio con le tue paure
per essere stata un ebrea su questa terra
dove sei ora c'e' un unica certezza
il bene che hai donato è un ripasso all'altra gente
non hai risparmiato il tuo corpo dalla prigionia
tu che cercavi solo due parole
in una terra troppo loquace
chissà se le hai trovate
chissà se hai trovato quel tuo rifugio
mentre io, ora, mi sento
completamente
svuotata
di malinconia.
24 Luglio 2015
@blogspot.it - marilena.capitanio@gmail.com
Foto by Web to Etty Illesum
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