nel parziale sorgere del sole
scarpe inzuppate di fango
e zigomo scavato dal fucile.
Poche pallottole in dote
ordini in tasche rattoppate
duro sguardo, fronte corrugata
causa del tuo poco riposare.
Il mondo ti crede scellerata
la Patria si, un gran bel gesto
e riverbero di voci soffocate.
Meglio sgranar pannocchie
che scavar botole e rifugi
con la muffa tra le ciglia
per un pugno di libertà ?
E' una vecchia guerra infame
tanto onore in fosse spente
omelia che sà tanto di censura
ora che racimoli istanti di significato.
Non un libro che narra la tua storia
non un discendente come prova
e qualche canzone, vana gloria.
In attesa di varcare quella luce
senti tutto l'amaro del tuo sapere
pochi denti stretti ad un bicchiere
in ricordo di quell'amore tra i vigneti.
Da giovane regnavi sulla terra
confetti profumati delle nozze
e mostocotto nostrano alle sagre.
...Quella Patria che tu hai sudato
ora non può più chiamarsi tale
un disordine di vite spiantate
un orda di follia nelle strade.
Forse t'aspettavi di invecchiare
ma come vedi l'orrore non reclama
quei nomi che tu senti di pregare.
Pulsa lento il tuo cuore partigiano
lacrime versate su freddi monumenti
quelle stesse che ora ti sbranano
in un inesorabile vuoto di memoria.
M.
5 Maggio 2014
@marilenacapitanio.blogspot.it